Palermo – La bilancia del giorno dopo
Questa rubrica è stata ideata con lo scopo di parlare della partita del giorno prima, senza la tensione del momento per capire cos’è andato e cosa no a mente più serena.
A prescindere dai risultati delle altre squadre, a prescindere dal fatto che siamo a novembre, a prescindere
che mancano ancora venticinque partite, il Palermo visto a Chiavari può tranquillamente dire addio alla
lotta per la promozione diretta.
Beato lui perché tanti hanno visto un’altra partita
Dopo la sosta che aveva chiuso un ciclo terribile in termini di gioco e risultati, culminata con la sconfitta
contro la Juve Stabia, il Palermo era chiamato ad una grande reazione in casa della Virtus Entella, campo
certamente insidioso, ma alla portata della squadra di Inzaghi considerato il gap tecnico.
Il terreno di gioco invece ha detto tutt’altro, con una prestazione scialba nel primo tempo, con i rosanero
che faticano a trovare spazi e creare gioco, e Joronen che ha toccato più palloni di Pohjanpalo e Le
Douaron.
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Il gol subito a chiusura di una prima frazione soporifera è emblematico di una mancanza di
concentrazione e aggressività, caratteristiche che invece avevano contraddistinto il buon avvio di stagione.
L’inizio di ripresa vede i rosanero riversarsi nella metà campo avversaria, una reazione più di nervi che di
idee che termina con il gol del pareggio di Pohjanpalo, su gentile omaggio della difesa avversaria. Il ritorno
alla rete del finlandese non cambia l’inerzia della partita, anzi alla lunga è l’Entella che prende le misure e
crea le migliori occasioni.
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Joronen si supera mandando sulla traversa un tiro a botta sicura di Franzoni e nel recupero Russo tutto solo davanti al portiere manda il pallone altro sopra la traversa. In mezzo troppo poco Palermo, che crea un paio di occasioni, sempre e solo con Pohjanpalo. Resta la sensazione che senza l’errore dell’Entella, i rosanero avrebbero faticato a trovare la rete e che in fin dei conti siano i liguri a poterrecriminare per il risultato.
Nel grigiore generale va comunque evidenziata la buona prova di Vasic, l’unico a centrocampo in grado di
saltare l’uomo e migliore in campo dei suoi. Troppo poco per una squadra incapace di creare un numero
congruo di palle gol ed eccessivamente dipendente dall’efficacia di Pohjanpalo.
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