Juve Stabia, disposta l’amministrazione controllata per infiltrazioni mafiose
Terremoto in casa Juve Stabia: la società campana è stata sottoposta ad amministrazione controllata a seguito di sospetti legami con la criminalità organizzata. Tale misura fa seguito a un precedente sequestro per inosservanza del “Codice antimafia”. Il provvedimento è stato disposto su richiesta della Direzione nazionale antimafia e messo in atto dalla Polizia di Stato, in particolare dagli agenti della Questura di Napoli. A gestire la società adesso dovrebbe essere un pool di professionisti appositamente nominato.
Juve Stabia, le motivazioni del provvedimento
Le motivazioni alla base del provvedimento sono state esposte dal procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, affiancato dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, e dal questore Maurizio Agricola.
L’accusa sostiene che la Juve Stabia, insieme ad altre aziende, operasse come “bene strumentale” del potente clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, una storica cosca mafiosa.
Le indagini hanno rivelato che il clan D’Alessandro esercitava un controllo mafioso sull’attività economica del club calcistico. Questo condizionamento è stato confermato da diverse testimonianze di collaboratori di giustizia e riscontrato in settori cruciali quali sicurezza, biglietteria, ristorazione, pulizia, servizi sanitari e il trasporto della prima squadra fino al 2024.
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