Il paradosso Sudtirol

Il paradosso Sudtirol

Peggiore per possesso palla e passaggi ma seconda per percentuale realizzativa (rapporto tiri-gol) e gestione sulla tre quarti.
Il decano Castori sa fare un calcio innovativo.

Questo è il titolo de Il Corriere dell’Alto-Adige, oggi in edicola.

L’articolo di Marco Vigarani ci introduce al calcio del Sudtirol di Fabrizio Castori, che rappresenta una vera e propria anomalia nella modernità del gioco. Dopo due giornate di Serie B, la squadra altoatesina si distingue per numeri che sembrano andare controcorrente rispetto ai principi più diffusi del calcio moderno.

Sudtirol, il paradosso della squadra di Castori

I biancorossi sono infatti ultimi per possesso palla, con appena il 30,3% medio, e si piazzano agli ultimi posti anche per numero di passaggi completati. Con 466 passaggi tentati in due gare e appena il 54,3% di precisione, la squadra di Castori è ben distante da chi, come il Catanzaro, viaggia oltre il 64% di possesso. Eppure, nonostante questi dati, il Südtirol è imbattuto e primo in classifica con quattro punti.

Il segreto? Una straordinaria concretezza offensiva. Con una percentuale realizzativa del 17,4% – la seconda più alta della categoria dopo l’Empoli – il Sudtirol sfrutta al massimo le proprie occasioni. Non solo: la squadra eccelle anche nei duelli individuali, primeggiando per contrasti vinti nella trequarti offensiva (13), terza per interventi difensivi totali (60), per falli commessi (37) e per duelli aerei vinti (45).

Una formazione rodata ed aggressiva

Castori ha scelto di non snaturarsi, puntando su aggressività, fisicità e fame agonistica. È così che la formazione altoatesina riesce a coniugare un’identità difensiva solida con una sorprendente efficacia offensiva: quattro reti segnate in due partite, miglior attacco del torneo insieme ad altre sei squadre.

Il Sudtirol, dunque, rappresenta un esempio di calcio “controvento”, che dimostra come non sempre la supremazia territoriale o il fraseggio prolungato siano sinonimo di successo. Castori conferma la sua filosofia: meglio pochi fronzoli e tanta sostanza. Un approccio che, almeno per ora, sta dando ragione al tecnico e alla sua squadra.

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