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Palermo, la differenza tra Inzaghi e Dionisi spiegata con un numero

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Palermo, la differenza tra Inzaghi e Dionisi spiegata con un numero

Un numero, da solo, può bastare a spiegare la prima grande differenza tra il Palermo targato Pippo Inzaghi e quello della scorsa stagione guidato da Alessio Dionisi: la dimensione della rosa.

A meno di 48 ore dalla chiusura del calciomercato estivo, il Palermo costruito dal direttore sportivo Carlo Osti sulla base delle indicazioni di Inzaghi conta 19 giocatori di movimento, un gruppo decisamente più ristretto rispetto al recente passato. Complessivamente i componenti della rosa sono 22, ma tolti i tre portieri e non considerando i giovani della Primavera che a turno vengono aggregati in prima squadra, il numero effettivo si ferma appunto a 19.

La differenza emerge chiaramente se confrontata con la rosa dello scorso anno, gestita da Dionisi e costruita dall’allora DS Morgan De Sanctis: in quel caso i giocatori di movimento erano 24 alla chiusura del mercato estivo 2024.

Confronto tra le rose del Palermo

Rosa Inzaghi (2025/26)Rosa Dionisi (2024/25)
1. Diakité1. Diakité
2. Peda2. Buttaro
3. Bani3. Pierozzi
4. Ceccaroni4. Lucioni
5. Veroli5. Ceccaroni
6. Gyasi6. Nikolaou
7. Pierozzi7. Nedelcearu
8. Ranocchia8. Peda
9. Gomes9. Lund
10. Segre10. Saric
11. Blin11. Blin
12. Augello12. Segre
13. Giovane13. Ranocchia
14. Palumbo14. Gomes
15. Vasic15. Verre
16. Brunori16. Di Mariano
17. Pohjanpalo17. Di Francesco
18. Le Douaron18. Appuah
19. Corona19. Insigne
20. Vasic
21. Le Douaron
22. Brunori
23. Henry
24. Baniya
📌 Nota: le due rose sono state considerate in base alla situazione esistente al termine della sessione estiva di calciomercato, per rendere il confronto omogeneo e corretto. Quella della stagione 2024/25 era stata definita dal DS Morgan De Sanctis su indicazione del tecnico Dionisi, mentre quella attuale porta la firma di Carlo Osti e riflette le indicazioni tecniche di Pippo Inzaghi.

Il precedente di Pisa

Non si tratta di una scelta casuale del tecnico rosanero. Da Pisa, infatti, ci confermano che lo scorso anno Inzaghi aveva optato per una rosa corta anche in Toscana. È una precisa filosofia di lavoro: l’allenatore piacentino preferisce avere un gruppo ridotto ma dove tutti possano sentirsi realmente coinvolti.

I vantaggi di una rosa ridotta

La logica dietro questa politica può essere figlia di varie motivazioni:

  • Minutaggio distribuito: in un organico più contenuto quasi tutti riescono a ritagliarsi spazio.
  • Spogliatoio più coeso: limitare il numero di giocatori riduce gli scontenti e rafforza l’unione.
  • Maggiore intensità negli allenamenti: con meno elementi, ogni seduta è più focalizzata e competitiva.
  • Scelte tecniche più chiare: l’allenatore lavora con gerarchie snelle e meccanismi più rodati.
  • Flessibilità sul mercato: mantenere la rosa corta consente di intervenire a gennaio con inserimenti mirati, senza dover “tagliare” giocatori ai margini.

Una strategia che divide

Naturalmente, i rischi non mancano: in caso di infortuni o squalifiche multiple, la coperta può diventare corta. Ma Inzaghi conosce bene la strada: punta sulla qualità più che sulla quantità, convinto che un gruppo compatto e responsabilizzato possa fare la differenza nel lungo periodo.

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