Debutta il Var a chiamata e già fa guai

Debutta il Var a chiamata e già fa guai

Inaugurato in serie C il Football Video Support ma anche la tecnologia light ha generato polemiche per l’utilizzo del protocollo

Questi i titoli odierni de La Repubblica

Venerdì sera la Serie C ha vissuto un momento storico con l’introduzione del Football Video Support (FVS), ribattezzato “Var a chiamata”. Un sistema pensato per campionati con meno risorse economiche e tecniche, ma che mira a garantire maggiore equità. Non a caso, sugli spalti era presente anche Pierluigi Collina, segno dell’importanza dell’esperimento. A differenza del Var tradizionale, il nuovo strumento lascia all’allenatore la possibilità di chiedere un controllo, mentre l’arbitro, senza suggerimenti esterni, sceglie personalmente inquadratura e frame da analizzare.

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Var a chiamata: il debutto

Il debutto è stato subito concreto: a Perugia il tecnico del Guidonia Montecelio, Ginestra, ha chiesto la revisione di un fallo di mano in area. Dopo la visione, l’arbitro Zuppi ha assegnato il rigore, confermando la bontà della chiamata. Diversa la situazione a Livorno, dove Liverani, tecnico della Ternana, ha chiesto la revisione per un presunto fallo violento a centrocampo. La decisione finale non gli ha dato ragione e così la sua squadra ha perso uno dei due jolly disponibili. La logica del sistema è infatti premiare l’uso corretto delle chiamate, conservandole quando la contestazione risulta fondata.

Il limite però resta: poche telecamere e un protocollo non sempre chiaro. A Carpi, contro la Juve Under 23, un’azione controversa ha mostrato i confini dello strumento, visto che non è previsto l’uso per i secondi cartellini gialli. Ciò dimostra come il FVS non eliminerà del tutto le polemiche, ma rappresenti comunque un passo avanti. L’obiettivo della Fifa non è portarlo nelle categorie maggiori, bensì estenderlo verso il basso, per permettere anche ai campionati minori di beneficiare della tecnologia.

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