Karol Zeman: “Ecco come sta mio padre”

Karol Zeman: “Ecco come sta mio padre”

Karel Zeman racconta di suo padre, Zdenek: “L’ictus e le due ischemie lo hanno molto debilitato, ma è in progressivo miglioramento grazie a tanta fisioterapia. Di certo dovrà continuare a farla per molto tempo…”. Ha smesso anche di fumare: “No, no… ha smesso dopo il ricovero al Policlinico Gemelli, nel febbraio 2025. Oggi fa il nonno, si gode mia figlia Gioia, tre anni. La vede spessissimo, anche qui in Sicilia, e dice che gli cambia la giornata”.

Diversi ex giocatori lo contattano ancora: “Eusebio Di Francesco, Giovanni Stroppa e Beppe Signori”. Karel incarna l’eredità del padre, celebre e controverso: per gli appassionati era “il Boemo», o «Sdengo”, con un calcio sempre all’attacco, lontano dal “primo non prenderle”. Il figlio allena da quindici anni tra Serie D e Serie C e, dopo l’esperienza al Nola, attende una nuova chiamata in panchina.

Un primo ricordo

Aveva quattro anni quando assistette alla sua prima partita allo stadio, Palermo–Milan, il 3 marzo 1981, mentre il padre allenava i giovani rosanero. Lo descrive così: “L’uomo di ghiaccio lo conoscono in tanti… io invece ho sempre visto un uomo dolcissimo, dalla sensibilità spiccata. È sempre stato il mio eroe”

Il carattere del “Boemo”

“Spesso. Ma mai esagerando; non l’ho mai visto perdere la calma”. Il primo “bravo” arrivò il giorno della laurea: “Quando mi sono laureato in Lingue con 110 e lode. Poi, sì, qualche altra volta. So che ad altre persone ha anche ripetuto: Karel in panchina? È più bravo di me”.

Quando gli annunciò di voler fare l’allenatore, la risposta fu sincera: “Nooo… ti sconsiglio”. Ma Karel fece vedere a suo padre come allenava le giovanili e lui disse: “Va bene, lo puoi fare”. Da allora, si ispira a lui: “In classifica, lascio le squadre un po’ meglio di quando me le affidano”.

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