Caos Samp. I rischi di Manfredi prestiti da pagare e budget ridotto

Caos Samp. I rischi di Manfredi prestiti da pagare e budget ridotto

La Sampdoria, nonostante la salvezza conquistata nel playout, si trova ancora una volta in una situazione altamente precaria, camminando su un filo sospeso tra esigenze sportive e soprattutto economiche. Da due anni la gestione del presidente Manfredi procede accompagnata da un rischio costante, figlio delle disastrose gestioni precedenti. La salvezza economica del club è stata ottenuta con un delicato piano di ristrutturazione del debito, approvato dal Tribunale, ma questo ha imposto limiti severi sul mercato, rendendo necessario mettere al primo posto la sostenibilità finanziaria rispetto alle ambizioni sportive.

Caos Samp: il ritiro

Dopo la fine della stagione, non si è registrata alcuna vera ripartenza: solo ora arriva la conferma del ritiro estivo a Ponte di Legno, mentre il CDA ha visto le dimissioni di uno dei suoi membri, Molango, che dovrà essere sostituito. Il club ha già tagliato personale e rinunciato a riscatti come quello di Sibilli, che sarebbe costato solo 500 mila euro. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sporta anche sul fronte tecnico regna l’incertezza: manca ancora un allenatore, e il budget a disposizione del ds Andrea Mancini è irrisorio (100 mila euro), tanto che si valutano soluzioni interne o economiche, come l’ipotesi Donati.

Gli stipendi

La priorità resta la drastica riduzione del monte stipendi, da 23 a 15 milioni, operazione non semplice a causa di contratti ereditati dalla Serie A e di giocatori difficilmente piazzabili. Entro fine mese, poi, vanno rispettati obblighi di riscatto per 8,7 milioni di euro, pena penalizzazioni e perdita dei giocatori coinvolti.

Tra questi, il Como aspetta ancora 4,4 milioni per Bellemo, Ghidotti e Ioannou, mentre il Cosenza ne attende 2,5 per Tutino. In caso di mancato rispetto degli accordi, il club rischia conseguenze patrimoniali e sportive pesanti. Inoltre, il piano di rientro presentato al Tribunale si basava sul ritorno in Serie A, che avrebbe garantito entrate superiori: senza questa promozione, servono nuovi fondi per evitare l’intervento del giudice.

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