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A dispetto della distanza che separa Palermo con il resto dell’Italia, la squadra rosanero quando gioca lontano dal Barbera non è mai sola. Sono tanti i palermitani che vivono in giro per il Paese e che macinano chilometri su chilometri per stare vicino alla squadra del cuore e di ritrovare, sia pure per il breve spazio di una partita, tutta la loro palermitanità.

Come si preparano i nostri emigrati ad un rituale che si ripete puntuale ad ogni trasferta? L’abbiamo chiesto ai ragazzi della pagina facebook “Siamo Solo Palermitani”, che venerdì sera saranno al Bentegodi per assistere alla gara del Palermo contro l’Hellas Verona”:

“ Io partirò da Vercelli – racconta Giorgio Vallone admin della pagina, per raggiungere nel primo pomeriggio alcuni ragazzi che vivono a Milano. Saremo in tutto otto, da qui con due auto ci muoveremo  alla volta di Verona. Antonella La Mendola, l’altra admin che vive a Firenze, si ritroverà a Bologna con un gruppo di tifosi che vivono in Emilia. L’appuntamento per tutti è davanti lo stadio dove confluiranno man mano tutti i tifosi rosanero provenienti da ogni parte d’Italia, compresi quelli che arriveranno da Palermo.”

Non corre buon sangue fra le due tifoserie, i nostri tifosi però assicurano che basta tenersi lontano dai luoghi pubblici ed arrivare direttamente allo stadio per evitare ogni sorta di problemi

E di trasferte Giorgio ne ha fatte davvero tante! Con sacrificio ed abnegazione. Nel 2003, ad esempio,  quando da Torino fu trasferito a Vercelli,  prima ancora di recarsi nella sua nuova destinazione preferì sobbarcarsi 500 km tra andata e ritorno pur di andare a vedere il Palermo giocare a  Verona:

“Per noi che viviamo lontano dalla nostra città – confessa Giorgio – andare in trasferta al Nord ha un significato importante,  è come sentirsi a casa, sia prima che dopo la gara, è come rivivere un viaggio a Palermo, si sta insieme tutto il giorno, si incontrano tifosi rosanero, si respirano i nostri colori. Manca il Barbera, ma per il resto è come stare giù.  E’ una enorme fatica, perché spesso si parte la mattina e si torna a notte fonda, ma per noi emigrati è un modo irrinunciabile di sentirci sempre e per sempre palermitani.”

 

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