Dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista, Fabio Lupo è intervenuto oggi ai nostri microfoni.

 

Direttore Lupo, lei seppur per pochi mesi ha lavorato a Palermo. Che ricordi ha di quella esperienza?

Bellissimi ricordi. Ho avuto la possibilità di conoscere una città meravigliosa, abitata da persone meravigliose. In questi giorni mi stanno chiamando da Pescara e spesso mi chiedono una valutazione, un confronto. Tutti quanti hanno percepito cosa io provo per Palermo, il mio cuore è quasi diviso a metà. Mi piacerebbe senz’altro che il Palermo potesse raggiungere quel traguardo che l’anno scorso ha visto sfuggire all’ultimo.

C’è un rimpianto, un qualcosa che, se potesse tornare indietro, non rifarebbe?

C’è più dispiacere che rimpianto. Ho fatto tutto il possibile per far sì che le cose potessero andare bene. E obiettivamente le cose stavano andando bene. Dopo che fui esonerato in seguito alla vittoria interna  contro l’Ascoli il Palermo andò a vincere a Frosinone, non scordiamocelo. Il rimpianto è per una decisione che, come ho detto in passato, è stata ingiustificata e immotivata. E’ chiaro che dal punto di vista professionale, una promozione sarebbe stata un grosso salto in avanti.

 

Ai tifosi ancora oggi non sono chiari i motivi del suo esonero del Febbraio 2018

Facendo una battuta non sono chiari neanche a me (ride). Però onestamente non vorrei tornarci sopra. Rimane una grande esperienza e il  rimpianto di non aver portato a compimento quell’avventura. Il resto è acqua passata. Spero che il Palermo possa tornare presto in Serie A.

 

Foschi si era dimesso perché non sopportava le ingerenze esterne di personaggi vicini a Zamparini. Fu così anche per lei? C’erano troppi consulenti esterni?

No, devo essere sincero. Io ho lavorato in totale autonomia. Certo, sempre in un’ottica, in una linea dettata dal patron Zamparini, ma com’è giusto e normale che sia. Però ho lavorato in totale autonomia. Sono infatti arrivati giocatori da tutte le parti del mondo, senza nessuna ingerenza.

 

Lei che è stato centrocampista, pensa che il centrocampo del Palermo sia così ridotto numericamente come si dice in città?

Insomma, alla fine spesso il fatto numerico è per cautelarsi da situazione di emergenza. Che poi capitano 2-3 volte in un girone. Secondo me il centrocampo del Palermo ha una sua precisa identità,  tanto è vero che fino ad ora hanno giocato gli stessi. Forse nel girone di ritorno un elemento in più può fare comodo. Anche l’anno scorso non siamo partiti con una rosa ampissima. I primi mesi può addirittura essere un vantaggio non essere troppi. Forse nel girone di ritorno può servire un innesto.

 

Murawski.. un giocatore portato da lei, possiamo dire un titolarissimo del Palermo. 

La storia è molto semplice: Io giro molto l’Europa durante l’anno. Ho molti contatti in giro per il mondo e con diversi giocatori. Muravski l’avevo già adocchiato da tempo. Conosco bene soprattutto il calcio polacco, sono stato lì fino a due settimane fa. Secondo me  Muravski era un ottimo giocatore per il centrocampo e infatti è stata una scelta indovinata. Mi dispiace per Szyminski che non sta trovando spazio, probabilmente perché ha tre mostri sacri davanti come Bellusci, Rajkovic e Struna. Però è senz’altro anche lui all’altezza della situazione

A proposito di spazi, Alberto Pomini, altro suo acquisto, quest’anno sembra non trovare spazio.

Diciamo che Alberto l’anno scorso venne a tutela di Posavec; quest’anno il Palermo evidentemente ha voluto e dovuto fare questa scelta di prendere Brignoli. In questa maniera il Palermo si è assicurato un comparto portieri di grandissima altezza. Lo dicono anche i numeri dell’anno scorso , Pomini è in grado di fare il titolare. Il reparto portieri del Palermo è un reparto molto assortito.

 

Al suo esonero Zamparini dichiarò che aveva poca grinta. La stessa cosa ha detto di Tedino. Ma veramente Tedino era carente da quel punto di vista?

Insomma, non credo che sia un problema di grinta. Molto spesso si pensa che avere grinta significa urlare, strillare, scomporsi. La grinta è un’altra cosa: determinazione, capacità di saper dire le cose al momento giusto, nel modo giusto. Urlare e strillare lo sanno fare tutti ma quella non è grinta.  Chi ha davvero grinta lo dimostra nei momenti giusti: negli spogliatoi, in una trattativa, con i giocatori. La valutazione di Zamparini su quest’aspetto qui. è una valutazione assolutamente inesatta. Nei miei riguardi e nei riguardi di Tedino.

 

Lei è di Pescara. Crede nella promozione della squadra di Pillon?

Partendo da una banalità, che in fin dei conti  non sono altro che verità: il campionato è ancora molto lungo. Il Pescara ha un ottimo organico, può stare lì per molto tempo. ma secondo me l’organico del Palermo rimane il più forte. Un livello sotto ci stanno Crotone, Benevento e Verona, al di sotto di queste ci stanno delle outsider come il Lecce che possono dar fastidio e giocarsela fino in fondo come ha fatto il Cittadella l’anno scorso. Il Pescara ha le qualità per giocarsela fino in fondo

 

Come si vive il calcio a Pescara e a Palermo?

Le differenze sono date dalle dimensioni, Palermo è la 5° città d’Italia. Parliamo di una città di 1 milione di abitanti.Però le tifoserie hanno la medesima passione, e anche la medesima cultura sportiva. Io a Palermo sentivo grande cultura calcistica. C’è una cultura che è dovuta alla tradizione. Tradizione e passione tra Pescara e Palermo sono simili. Tanti aspetti ci sono in comune, i numeri sicuramente no. Anche se l’Adriatico, quando la squadra va bene, realizza grossi numeri. Come a Palermo, anche il Pescara ha vissuto un momento buio, i tifosi non andavano allo stadio. Quando però ci sarà da giocarsi momenti importanti, i tifosi riempiranno lo stadio

 

Per chi tiferà domenica sera?

E’ ancora tutto aperto, ci possiamo permettere di gustarci una bella partita. Sono legato ad entrambe le squadre: Pescara è la mia città, la mia prima squadra dove ho fatto il dirigente. Ho ottimi rapporti con tutta la società, giocatori, presidente . A Palermo ho avuto, come dicevo, bellissime esperienze. Sono molto legato alla città. Sono legato a tutto lo staff del Palermo e anche con la squadra, dove c’è tanto del mio lavoro. Sono felice quando il Palermo va bene. Speriamo che a fine stagione si possa festeggiare tutti insieme

 

Secondo lei il Palermo, alla fine, andrà in serie A ?

Secondo me, per il livello medio del campionato e per l’organico, il Palermo non può andare in serie A, il Palermo deve andare in serie A.

 

Grazie Direttore Lupo, un gentleman come sempre

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