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“Fiumi di parole, fiumi di parole fra noi …”

Antica canzone dei Jalisse ripresa in un film comico (Ex del 2009).

Iniziamo così, sorridendo, immaginando quella scena del film e la suddetta canzone altamente malinconica. Perché non ci resta che ridere e sdrammatizzare. Turarsi naso e orecchie ed aprire gli occhi solo per guardare la partita. Vietato cercare notizie, a meno che non si è in vena di risate, di cabaret. Un autore di testi comici potrebbe scrivere una commedia o una farsa sulla vicenda cessione. Avrebbe materiale in abbondanza. Perché adesso non è più una carnevalata, una burla con un solo acquirente (tipo Baccaglini). Adesso si gioca su tre tavoli, contemporaneamente. Si dice la pluralità dell’informazione. Ed il tifoso palermitano lo sa. Però si confonde e sceglie il suo nuovo patron preferito un po’ per fede un po’ per scelte fatte in edicola. Perché se sei un lettore di un giornale o di un altro lo scenario cambia. Se hai comprato il Giornale di Sicilia il tuo presidente sarà Ponte. Se hai scelto Repubblica il tuo patron sarà Follieri; se hai preso il Corriere dello Sport sei convinto che il futuro rosanero sarà americano. Essendo tutte testate molto attendibili, il palermitano va in confusione. A chi credere?  Chi ha l’informazione giusta? Chi ha la fonte più attendibile? Difficile dirlo. Forse nemmeno lo stesso Zamparini ha le idee chiare. S’è confuso pure lui. Dichiara che il 26 ottobre Ponte sarà presidente ma Follieri ha un’esclusiva fino al 24 ottobre e con gli americani ci sarebbe un  precontratto con conseguente obbligo di riservatezza.E sempre per restare in tema di commedia farsesca, un amico mi ricordava la memorabile situazione rappresentata da Totò nel film “Totò truffa” quando provava a vendere la Fontana di Trevi a più gente. Geniale.

Lungi dal voler fare qualunque tipo di allusione e consapevoli della complessità dell’operazione, una domandina sorge spontanea: ma è così difficile a Palermo avere un po’ di chiarezza? La rassegnazione del palermitano è tale che ormai non si arrabbia più per tutte queste contraddizioni. Sorride e aspetta. Sorride e spera. Sorride ma si allontana sempre più dal Barbera. Difficile dargli torto. Con affetto,

Carlo Cangemi

 

 

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