Intorno alla metà dello scorso settembre, la commissione di pubblico spettacolo di Carrara, ha rilevato diverse magagne relative alle norme di sicurezza dell’impianto cittadino, ordinando quindi la chiusura dello stesso finchè non sarà rimesso a norma.  Lo stesso stadio, che a giugno scorso era stato dichiarato agibile, ora non lo è più. Una vicenda che ha del tragicomico, ma che riguarda sempre più strutture ed impianti sportivi in Italia, vista la loro obsolescenza a cui i comuni non vogliono nè possono dare risposta a causa dello stringente Patto di Stabilità imposto dall’Unione europea. Riguardo gli stadi,non si intravedono soluzioni alternative, come l’acquisto o la gestione diretta da parte delle società calcistiche, o il loro abbandono e la costruzione di nuovi impianti.

La videnda di Carrara è solo un caso emblematico dello stato in cui versano le strutture italiane. La Carrarese sarà costretta a giocare quindi le partite interne a porte chiuse o cercare una casa alternativa finchè i lavori necessari alla riapertura dello stadio non verranno ultimati. Giocare a porte chiuse, oltre a privare la squadra del sostegno dei tifosi, rischia inoltre di estromettere la società dal campionato di serie C e proprio per questo, il tecnico Silvio Baldini, al termine dell’ultima gara di campionato disputata proprio senza pubblico contro la Pistoiese, ha sbottato contro l’amministrazione comunale che a suo dire non starebbe adempiendo come dovrebbe alla messa in regola dello stadio, invocando l’intervento del prefetto. Non è che l’ennesimo episodio del muro contro muro fra la Carrarese e il comune toscano.

Il comune di Carrara ha indicato alla società toscana, stadi alternativi dove poter disputare le partite interne, ma la Carrarese non vuole muoversi dal suo stadio. Lo stesso Comune si è difeso affermando che: “La situazione in cui versa lo stadio comunale è il risultato di una gestione pluriennale votata all’aggiramento delle normative. I lavori che questa amministrazione ha avviato dopo il verbale di inagibilita’ della commissione di Pubblico Spettacolo del 19 settembre, servono a sanare difformità elencate dal 2005, ‘miracolosamente’ sparite dal verbale della commissione del 2015 e riapparse solo tre mesi fa. Il completamento delle opere di adeguamento dell’impianto ha tempi lunghi, stimati dai tecnici del comune in almeno sei mesi. Per questo abbiamo sempre chiesto alla societa’ di giocare le partite casalinghe presso campi ospiti, da Pontedera a Pisa, per evitare di rischiare l’estromissione dal campionato prevista dalla Lega Pro dopo tre partite a porte chiuse”.

Quanto affermato dal comune, ha una ragion d’essere visto il totale stato d’abbandono di gran parte degli stadi italiani di periferia da molti anni a questa parte[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=BCvDDa3jO_g[/embedyt]. La Carrarese da par suo, fa bene a rivendicare di poter giocare nel proprio stadio e richiedere una convenzione sillo stadio al comune, (anche la questione convenzioni è annosa) ma in questi anni i suoi dirigenti non si sono mai accorti dello stato in cui versa lo stadio dei Marmi o hanno fatto pressioni sulle precedenti amministrazioni comunali senza ottenere risposta?

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui