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Per onestà intellettuale bisogna ammetterlo subito, questo termine non è del sottoscritto. Però è fantastico lo stesso e lo prendiamo in prestito. Navigando sul web se ne sentono di tutti i colori ma questa è la più bella: autoclosing. In una sola parola sono racchiusi tanti ragionamenti, tanti mesi di trattative dichiarate, decine di potenziali acquirenti. C’è di tutto insomma. Autogol, autobiografia, autostima, autocritica, etc.. etc.. Tutte parole la cui azione ricade su se stessi. Auto viene infatti dal greco e significa “stesso” e nelle parole composte significa “se stesso”.
Closing è un anglicismo che potremmo tradurre con “chiusura”. Autoclosing diventa allora “chiusura con se stesso”. Fantastico.
Il popolo rosanero in questi anni ha vissuto una parabola discendente rispetto alle dichiarazioni di presunte cessioni societarie. Nel senso che qualche anno fa se Zamparini dichiarava di voler vendere, ci credeva. Col passare degli anni ha iniziato a crederci sempre meno, fino ad arrivare ad oggi: e adesso ironizza, scherza e deride. Praticamente la stessa parabola discendente che ha accompagnato le presenze al Barbera. E non è un caso, probabilmente.
Torniamo ad autoclosing. L’ironia con cui ormai i tifosi sono giunti a commentare le ipotetiche operazioni di cessione ha portato ad elaborare questo termine inesistente nel vocabolario, autoclosing. Che non va commentato, È già un insieme di critiche, dubbi, perplessità e la certezza finale: vende a se stesso. Non sappiamo se sarà veramente un autoclosing oppure la cessione è davvero imminente ed a soggetti estranei. L’impressione è che per ovvie e note ragioni, questa volta il patron dovrà uscire di scena. Ma i tifosi non ci credono, da mesi la pensano così; ed ora ancora di più, seguendo alcuni indizi: Zamparini resta consulente, Miccichè e Giammarva nel consiglio di amministrazione e Ponte probabile presidente.
Se tre indizi fanno una prova…
Con affetto
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