Il Palermo allo Zen, uno dei quartieri simbolo del degrado cittadino dove però ci sono anche molti avamposti di legalità che meritano attenzione e supporto. E’ uno degli obiettivi di questa società, rinata in base ad un bando che prevedeva un forte rapporto col territorio…
Questa l’apertura dell’articolo di Paolo Vannini sul Corriere dello Sport, oggi in edicola.
Tutto parte dalla decisione presa dalla società e dai giocatori lo scorso anno di rinunciare al premio promozione stanziato per la serie D e di utilizzarlo per fini benefici.
La prima iniziativa si è sviluppata qualche mese fa alla Caritas con “Aquile di Quartiere” che aveva come obiettivo quello di creare scuole calcio in diversi punti della città. Adesso c’è la volontà di far qualcosa di concreto per la scuola Falcone, presa di mira dai vandali negli scorsi mesi. In accordo con la preside Daniela Lo Verde, il Palermo è intervenuto, sulla vicenda andrà in onda nei prossimi giorni anche un servizio de “Le Iene“.
Con i fondi messi da parte dei calciatori, è stato montato un impianto di video-sorveglianza. In rappresentanza di tutta la squadra “sono scesi in campo” in veste di operai a dare una mano in prima persona, Pelagotti, Crivello, il capitano Santana e Doda. Nel loro giorno libero, hanno sistemato un campo da calcetto in disuso, hanno messo in posa l’erba sintetica e sistemato ringhiere e porte.
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Il Palermo vuole evitare di compiere questo singolo gesto e far tornare tutto come prima: l’obiettivo del club è quello di disputare nel campetto anche qualche seduta della squadra, magari di sola atletica o di lavori specifici, rafforzando la presenza e il rapporto con il quartiere.
Un gesto del Palermo che rientra, nella piena volontà di entrare nel tessuto della città. I tifosi mancano allo stadio e allora è la squadra ad entrare nella vita del quartiere. E’ così che il Palermo cerca di rappresentare nel modo più intenso, il legame esistente tra la squadra di calcio e l’ambiente circostante.
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