Gianni Ricciardo ha dato un contributo fondamentale alla promozione del Palermo. Lo dicono i numeri ancor prima delle opinioni: le sue 8 reti nelle prime 10 partite in campionato hanno dato una sterzata decisiva alle ambizioni dei rosa.

Ciononostante molti in queste ore sono pronti ad indicare Ricciardo come uno dei flop di questa stagione. Sebbene sia vero che il calciatore abbia avuto un calo di rendimento a partire da novembre, non si possono addossare unicamente a lui tutte le colpe del suo declino.

I problemi fisici che hanno tormentato l’ex centravanti del Cesena hanno reso difficoltosa la sua integrazione all’interno della squadra da un punto di vista tattico, facendolo estraniare spesso dal gioco ogni volta che tornava in campo dopo settimane di assenza. Una volta che il giocatore stava iniziando a trovare continuità di rendimento, la squadra non produceva più le occasioni che riusciva a produrre ad inizio campionato, mettendo in difficoltà tutto il reparto offensivo, e non solo l’esperto attaccante ormai al Seregno.

Gianni Ricciardo non è Van Basten. Molti saranno pronti ad urlare all’ovvietà di tale affermazione, ma ogni tanto è giusto ricordare che sebbene il palato dei palermitani sia stato abituato ad attaccanti in grado di prendere il pallone e risolvere la partita da soli, non si può pretendere che chiunque venga dopo sia in grado di fare lo stesso. L’attaccante messinese è un ottimo centravanti di Serie D, buono persino in Serie C all’interno di determinati contesti tattici e ambientali.

Il contesto ambientale, non va dimenticato nemmeno questo. Ricciardo è un attaccante che ha bisogno di sentire tutto il calore della tifoseria: non è un caso che sette dei suoi nove gol stagionali siano arrivati dentro le mura del Barbera. Quando il sostegno del pubblico è venuto a mancare, e sono arrivate le prime lamentele, probabilmente Ricciardo ha perso un po’ di quell’entusiasmo necessario per dare ciò che era riuscito a dare nelle prime giornate.

Sarebbe utile ricordare per tutti coloro che contestano gli errori dal dischetto del centravanti del Seregno che non è da questi particolari che si giudica un giocatore. Ricciardo al Palermo è stato un giocatore generosocoraggioso, forte malgrado le difficoltà. Ogni volta che scendeva in campo era sempre tra gli ultimi a gettare la spugna, sempre pronto a sacrificarsi per la causa, e mai ha creato problemi di natura disciplinare malgrado qualche esclusione di troppo.

Gianni non aver paura di tirare un calcio di rigore: a Palermo non è andata esattamente come ci si aspettava, ma il valore umano e caratteriale del giocatore si è visto, e per tutti coloro che hanno il Palermo nel cuore questo non può affatto passare in secondo piano rispetto a tutto il resto.

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