Si è molto polemizzato in queste ultime settimane sui milanesi indisciplinati e su come è stata affrontata l’emergenza Coronavirus in Lombardia. Sono tanti i palermitani che per ragioni di lavoro vivono nel capoluogo lombardo, la nostra redazione ha raccolto la testimonianza di Fabrizio Chibbaro, conosciuto sui social con il nick “Milano Rosanero”, originario di Palermo, Concierge all’Hotel Principe di Savoia di Milano:
“Abito a Pioltello a 15 km da Milano, nella mia zona non ci sono stati casi, perché tutti rispettano le regole. A Milano invece c’è sempre qualcuno in strada senza mascherina. Più di sera che di mattina. Quando sono di turno la notte, nel recarmi al lavoro, vedo sempre qualche indisciplinato che corre o che va in bicicletta senza protezione. Secondo me, soprattutto all’inizio della pandemia, l’emergenza non è stata affrontata nella maniera giusta. È stato chiuso il Comune di Codogno, ma, a mio avviso, bisognava essere chiari e chiudere tutto. C’è stata molta superficialità. La gente ha continuato a fare l’aperitivo ed a fare le vacanze sulle piste di sci. Bisognava invece imporre da subito le restrizioni. Anche quando è uscito il primo decreto non c’è stata la giusta attenzione nel fuggi-fuggi che si è creato per lasciare la Regione. E l’Ospedale in Fiera, che è costato 21 milioni, è stata una costruzione inutile perché è rimasto inutilizzato. Sicuramente tutto doveva essere gestito meglio.”

Uno dei settori più colpiti è stato il settore del turismo. Qual è la situazione dell’Hotel dove lavori?
Già a febbraio, durante la manifestazione della moda a Milano, i clienti cominciavano a scappare, fino ad arrivare a zero presenze in albergo. Da qui la decisione di chiudere l’Hotel. Il personale ha un fondo di integrazione salariale, il mio reparto però continua a lavorare, sebbene non tutti i giorni. In questo periodo gestiamo le mail per le prenotazioni future, che già iniziano ad arrivare, e controlliamo gli allarmi, perché pur essendo chiusi si deve tenere tutto sotto controllo. Nei primi giorni è stato un calvario di cancellazioni continue. Non mi occupo di check-in e check-out, ma di seguire il cliente a 360° durante il suo soggiorno. La nostra clientela è particolare, di un certo livello. Per una suite si arriva a spendere anche 17.000 euro a notte.”

Qual è stata la tua principale preoccupazione?
Essendo siciliano ho sempre avuto il pensiero a quello che poteva accadeva in Sicilia. Mio padre è anziano ed ero molto preoccupato per lui. Quando è iniziata questa pandemia, ho avuto la possibilità di scendere a Palermo, il mio datore di lavoro sapeva di mio padre e mi ha dato questa opportunità. Ma ho deciso di restare a Milano per salvaguardare la mia famiglia e per continuare a dare una mano ai miei colleghi.”

Quando hai lasciato Palermo?
“Sono andato via nel 1997, subito dopo la laurea. Parlavo due lingue e sono stato assunto alla Disneyland di Parigi. Nel 2001 mi sono trasferito a Milano. I miei genitori e mio fratello sono rimasti a vivere a Palermo e quando posso vado a trovarli. I primi anni sono stati difficili, soprattutto per i miei. Il mio sogno era quello di viaggiare e l’ho realizzato. L’esperienza di Disneyland è stata importante, mi ha permesso di diventare Concierge all’Hotel Principe di Savoia di Milano. Amo profondamente Palermo e sono rimasto legato alla mia città anche calcisticamente. Sono tifosissimo del Palermo, fin da quando ero un bambino. Nell’anno della promozione del 2004 lavoravo in un’altra catena di alberghi e per seguire la squadra rosanero avevo scelto di fare il turno di notte per essere libero il sabato e la domenica. Quell’anno ho fatto tutte le trasferte e sono venuto al Barbera per vedere Palermo-Triestina. Negli anni della serie A ho visto tante partite al Meazza e quando il Palermo vinceva contro il Milan, entravo in albergo con la sciarpa rosanero al collo.”

Cosa ti manca di più?
“Il calore della gente, l’aria che si respira e la vista del mare. Con la mia ragazza amiamo passeggiare sul lungomare di Mondello e di Castellammare del Golfo. E poi mi manca il pane con le panelle e quello con la milza. Stiamo già pianificando di tornare, possibilmente a luglio, sempre che si possa ripartire. La mia compagna è milanese ed ha origini venete, ma anche lei è innamorata della nostra città. Torniamo in estate per le vacanze ed ogni volta che ripartiamo, piange.”
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