Siamo tornati da poco ed il viaggio non è servito a smaltire la delusione. Una sconfitta pesante al di là della fortuna che l’ha accompagnata con il Savoia che non riesce ad approfittarne clamorosamente. Una sconfitta fortunata non serve però a impedire di fare serene considerazioni.
Non ci siamo proprio! Non va per niente bene, pericolosi segnali di regressione ma, soprattutto, la prestazione. Quel primo tempo è da studiare attentamente.
Per tutta la settimana Pergolizzi ha raccomandato attenzione e concentrazione dicendo che quella di Licata era una gara fondamentale, uno snodo importantissimo del campionato.
E la squadra che fa? Sfodera un primo tempo molle, senza idee, senza grinta, senza determinazione. Praticamente assente.
Tutti attributi che una candidata alla promozione, con gli avversari minacciosi alle spalle, dovrebbe mettere in campo soprattutto nel finale di stagione.

A Licata abbiamo assistito esattamente al contrario. Un primo tempo inguardabile, poi 25 minuti in cui i rosa avrebbero anche potuto pareggiare e dopo il raddoppio, nuovamente il buio. Totale 25 minuti giocati su 90 complessivi. Pochi, pochissimi per una squadra che vuole la promozione.
Ma è l’atteggiamento che preoccupa: non è possibile assistere a prestazioni così molli per una capolista. C’erano tutti gli ingredienti: un clima sereno, nessuna acredine particolare, un avversario senza grosse esigenze di classifica. Insomma se ce’era una squadra che doveva avere il sangue agli occhi doveva essere il Palermo. Assente.
E non si venga a colpevolizzare solo Pergolizzi: le sue scelte potranno anche essere state cervellotiche e sperimentali nella gara sbagliata, ma una prestazione così inguardabile non si può spiegare soltanto perchè gioca Silipo al posto di Felici o Ficarrotta al posto di Sforzini.
Alibi che non reggono; è l’atteggiamento complessivo di una squadra che è apparsa fragile e senza cazzimma.
E’ questo l’aspetto più preoccupante perchè perdere col Licata ci può stare ma non giocare per 65 minuti non dovrebbe far parte del dna di una candidata alla promozione. Questa fragilità non dipende dall’utilizzo di Silipo, Ficarrotta, Mauri o Lucca. E’ qualcosa di diverso che fa parte della personalità della squadra. Ed oggi a Licata di tutto questo si è visto poco, molto poco, quasi niente.
Al punto che gli stessi 1000 delusi rosanero a fine gara non hanno particolarmente gradito il saluto della squadra …
Da domani meno 4-3-3 o 4-4-2 o 3-4-1-2 o 3-5-2. La testa, lavorare sulla cattiveria e sulla voglia di ottenere il risultato col sangue agli occhi come si conviene ad una squadra che deve, assolutamente deve, vincere il campionato.

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1 commento

  1. A parte i quattro under d’ obbligo perché Accardi è messo sempre in panchina? Ma avete visto la prestazione di Doda? Ha perso molti palloni e duelli con gli avversari. In queste partite serve gente esperta e attaccata ai colori rosanero e soprattutto che faccia vita da atleti durante la settimana.

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