La serie A ha celebrato le regine del gol dell’ultimo decennio. C’è anche il Palermo che nel 2010, insieme al Milan, conquistò il podio di squadra più prolifica con ben 66 reti messe a segno.

Fu una stagione straordinaria, indimenticabile e da sogno, il Palermo arrivò vicinissimo alla Champions League dopo un campionato esaltante che vide la squadra palermitana indiscussa protagonista e che consegnò alla storia rosanero una delle pagine più belle che, con buona dose di masochismo, nostalgia e profondo rimpianto vogliamo raccontare.

C’era una volta, iniziano così le favole, una squadra chiamata U.S. Città di Palermo, che dopo 32 anni di limbo era riuscita ad arrivare in serie A. Correva l’anno 2009, il patron Maurizio Zamparini decide di affidare la panchina rosanero a Walter Zenga. L’uomo ragno si presenta in conferenza stampa con un progetto più che ambizioso:
“Voglio vincere lo scudetto – afferma deciso – mentalizzerò i giocatori” https://youtu.be/thQke2xKh88

Chi erano i giocatori da mentalizzare? Inevitabile un tuffo al cuore nel rileggere oggi quella rosa, questa era la formazione tipo

Nell’organico anche i portieri Giacomo Brichetto e Francesco Benussi. I difensori Goian, Morganella. I centrocampisti  Mark Bresciano, Fabio Simplicio, Giovanni Tedesco, Nicolas Bertolo e gli attaccanti Igor Budan,  Abel Hernandez e Levan Mchedlidze.

Ma l’avventura dell’uomo ragno dura poco, Zamparini aveva poca pazienza con gli allenatori. Se i risultati non arrivavano li cacciava via alla velocità della luce.

Arriva Delio Rossi. Arriva la svolta decisiva che regalerà ai tifosi rosanero una delle più belle stagioni calcistiche di sempre dell’U.S. Città di Palermo, da raccontare a chi non c’era come retaggio prezioso di ciò che eravamo e di cosa è stata la città di Palermo negli anni d’oro della presidenza di Zamparini.

L’esordio di Delio Rossi avviene nel quarto turno di Coppa Italia contro la Reggina, il 26 novembre 2009. Gara vinta per 4 a 1 con doppietta di Budan e reti di Miccoli su rigore e Cavani.

Dopo la sconfitta in campionato con il Chievo, il Palermo di Delio Rossi batte in casa per 2 a 1 il Cagliari (gol di Budan e Kiaer) preludio della storica vittoria al Meazza contro il Milan per 2 a 0 – reti di Bresciano e Miccoli.

La squadra rosanero incanta per le geometrie di gioco del suo tecnico, che mettono in risalto il talento dei suoi giocatori migliori: dal capitano Fabrizio Miccoli, ai giovanissimi Kiaer, autentico baluardo difensivo, Cavani, Pastore ed Hernandez. L’intesa perfetta di Rossi con Fabio Liverani, autentico allenatore in campo, permette al Palermo di sviluppare trame calcistiche che porteranno la squadra rosanero a giocare alla pari, e  talvolta anche meglio, delle cosiddette big del campionato. Le vittorie in trasferta contro il Milan, la Juventus, l’Atalanta, alle quali fanno seguito quelle interne altrettanto esaltanti, proiettano il Palermo alla conquista di una storica qualificazione in Champions League.

La squadra di Delio Rossi duella fino alla fine con la Sampdoria. Il 9 maggio 2010 lo scontro diretto finisce 1 a 1. Al gol di Pazzini replica Miccoli che segna su rigore nonostante il dolore al ginocchio destro procuratosi poco prima durante uno scontro con un avversario. Soffre il capitano, ma non molla e dopo il gol dagli undici metri è costretto a lasciare lo stadio con le stampelle.

La stagione si conclude con un quinto posto, comprensibile la delusione di qualche tifoso, oggi viene da sorridere pensando a come si era diventati tutti con il palato fine. Oggi, che dopo avere visto le stelle, ci siamo ritrovati in un campionato dilettantistico.

Forse fa male ricordare i tempi che furono, o forse no. Ricordare ogni tanto che nulla è scontato e che nulla dura per sempre può essere un bene, purché si riesca ad imparare dagli errori passati. E di errori, diciamocelo francamente, ne abbiamo commesso un po’ tutti.

Da Zamparini che non ha saputo capitalizzare un patrimonio di entusiasmo e di passione ed ha permesso la distruzione dell’U.S. Città di Palermo. Da quei palermitani che hanno prestato il fianco ai Tuttolomondo rendendosi complici di una catastrofe calcistica imperdonabile. E dalla Piazza per non aver saputo cogliere in tempo i segnali inquietanti che dopo la finale di Coppa Italia si agitavano come spettri assassini sulla società.

La favola dell’U.S. Città di Palermo non ha un lieto fine. E’ amaro e triste. Oggi la realtà si chiama SSD Palermo e, forse perché è nel DNA del popolo rosanero dover soffrire sempre fino alla fine, il cammino futuro della squadra al giro di boa di questo campionato è tutt’altro che rassicurante.

Ieri la rivale del Palermo si chiamava Sampdoria, si lottava per il 4° posto in serie A, oggi la rivale si chiama Savoia e la lotta è per la promozione in Serie C, per riuscire a tornare nel calcio professionistico.

Ma questa è un’altra storia, appena cominciata e tutta ancora da scrivere!

 

 

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