Come tanti ex giocatori rosanero, anche Kyle Lafferty ha voluto salutare la sua ex squadra. La foto che ha scelto nel post pubblicato sul suo profilo Facebook, riporta alla mente il derby del 2014 contro il Trapani.

Un “derbyno” per i palermitani, che vedono come derby di Sicilia quello contro il Catania. Anche quest’anno si sarebbe dovuto rigiocare Palermo-Trapani e già erano iniziati gli sfottò. Ma, atroce beffa del destino, quest’anno non ci sarà nessun derby: Palermo cancellato dal calcio professionistico e Trapani unica squadra siciliana in Serie B.

E chi l’avrebbe detto mai che sarebbe finita così. C’era un po’ di sufficienza, e un po’ di spocchia da parte dei tifosi rosanero quando quel 12 aprile del 2014 la corazzata Palermo, allenata da Beppe Iachini, andò al Provinciale per affrontare i cugini che per l’occasione prepararono anche le maglie celebrative.

Il Trapani poteva contare su un discreto organico, ma nulla a che vedere con la rosa del Palermo, a leggere oggi i nomi di quell’organico vengono su i brividi. In campo Beppe Iachini aveva schierato Sorrentino, Vitiello, Milanovic, Andelkovic, Pisano, Bolzoni, Di Gennaro, Barreto, Lazaar, Vazquez e Dybala. La partita bloccata sullo 0-0 si accese improvvisamente nel secondo tempo, quando Iachini manda in campo Kyle Lafferty al posto di Di Gennaro.

La rete di Kyle Lafferty

Minuto 17: il Trapani guadagna una punizione dal limite, calcia Nizzetto, respinge la barriera, palla sui piedi di Dybala che passa a Bolzoni, quest’ultimo serve Vazquez, assist perfetto dell’argentino per Lafferty che, tutto solo dentro l’area, batte con un preciso diagonale il portiere del Trapani Nordi.

È apoteosi nel settore ospiti dello stadio trapanese, dove Dylan Dog urlando va a festeggiare arrampicandosi sulla ringhiera! Quarta vittoria di fila in trasferta per i ragazzi di Beppe Iachini che chiuderanno poi la stagione in un crescendo di vittorie e con il punteggio record di 86 punti, tutt’ora imbattuto. Rivedere con gli occhi della mente il film di quella partita, le immagini felici di un tempo vicino, ma per certi versi così drammaticamente lontano, acuisce una ferita che è ben lontana dall’essere rimarginata.

La nota saliente di quell’annata fu il totale silenzio di Maurizio Zamparini. A memoria d’uomo, fu l’unico anno in cui non parlò e delegò la gestione tecnica della squadra a Giorgio Perinetti. I risultati furono più che evidenti. È stata, probabilmente, l’ultima stagione felice prima che l’ex patron friulano rimettesse mano sul suo giocattolo per distruggerlo definitivamente.

Il declino

È innegabile che la Palermo rosanero ha vissuto momenti esaltanti, emozionanti, consegnati alla storia del club, ma ciò non cancella tutto il male che è stato fatto negli ultimi anni. Zamparini verrà ricordato per le tragiche vicende che hanno portato fin qui la società, per le assurde pantomime con arabi e cinesi. Per i teatrini con Baccaglini e gli inglesi e per l’assurda commedia messa in scena dalla sua fedele collaboratrice Daniela De Angeli con i fratelli Tuttolomondo.

In questo squallore totale di teatranti, burattinai e burattini, nulla è stato risparmiato al popolo rosanero. E se la ridono i non apologisti che da anni sognavano di vedere cancellato il Palermo dal calcio che conta. Da viale del Fante tutti stanno andando via, tra poco non rimarrà più nessuno, solo i ricordi ed un presente tutto da ricostruire.

Certo, si ricostruirà, non è questo che fa paura: tante volte il popolo palermitano è caduto e ha saputo rialzarsi. Ma oggi più che mai c’è bisogno di chiarezza e di certezze. A partire da quello che sarà il progetto della nuova società: serio, concreto e duraturo nel tempo. Nella speranza che la Magistratura faccia piena luce su questa orribile fine dell’U.S. Città di Palermo e consegni tutti i colpevoli alla giustizia.

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